giovedì 30 aprile 2009

Buon 1° Maggio a tutti!!!

La festa del 1° Maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche, né tanto meno sociali, per affermare i propri diritti, per raggiungere obiettivi, per migliorare la propria condizione.
"Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire" fu la parola d'ordine, coniata in Australia nel 1855, e condivisa da gran parte del movimento sindacale organizzato del primo Novecento. Si aprì così la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno, il primo Maggio, appunto, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e per affermare la propria autonomia e indipendenza.
La storia del primo Maggio rappresenta, oggi, il segno delle trasformazioni che hanno caratterizzato i flussi politici e sociali all'interno del movimento operaio dalla fine del secolo scorso in poi.

Visitate http://www.youtube.com/angelobranduardi

girando su internet ho trovato un archivio di video intitolato youtube di angelo branduardi in cui vi sono molti video interessanti del nostro amato cantautore e alcuni indediti...vi invito a visitarlo...buona giornata!!!

mercoledì 29 aprile 2009

Ringraziando Vincenzo Scossa

Dopo la nascita di questo blog personale,(secondo fra i miei ma poco esperto), ho gradito e questo mi ha aiutato ad andare avanti, le parole e i messaggi del signore Vincenzo Scossa, che continuo a ringraziare, e spero un giorno mi aiuterà a conoscere di persona il grande Angelo, ringrazio già anticipatamente per l'aiuto e l'interesse presentato sulla mia passione e sul blog...grazie ancora!

lunedì 27 aprile 2009

Genesi dei Cieli

Astratta e malinconica
era la voce dei sacerdoti,
che portavano al tempio
capre per farvi dei doni.
Divinità ascetiche e volgari
in quel tempo dominavano
il mondo.
Finché l’uomo non gli derubò
il fuoco, è ardente divenne la
specie.
Si scontrarono in gloriose lotte
per il potere e infine
giunsero alla purezza del dominio:
nacque la vasta Roma.
Uomini divinizzati dall’imprese
del metallo divennero leggende
e l’onore e la civiltà colmarono
il bicchiere della ragione, finchè
l’odio e l’avarizia lo frantumarono
ed emerse la fragilità dell’uomo,
si distrusse da se il proprio sogno
e a posto dell’impero di Roma
costruirono il mondo.
Le audaci imprese del sapere
portarono sì altrove lo sguardo
dell’essere crudele , ma lo fecero
sprofondare nell’avidità , finchè
non riscoprirono le loro origini
in cielo e ad essi rivolsero
gli occhi e il pensiero: scoprirono Dio e
e divennero più fedeli all’amore
e si strapparono i vestiti dell’odio,
piansero a piene mani i loro peccati
e rifecero del mondo, il Regno dei Cieli.

di Emanuele Bonadonna

Confessioni di un malandrino


Mi piace spettinato camminare
col capo sulle spalle come un lume,
così mi diverto a rischiarare
il vostro autunno senza piume.

Mi piace che mi grandini sul viso
la fitta sassaiola dell’ingiuria.
Mi agguanto solo per sentirmi vivo
al guscio della mia capigliatura.

Ed in mente mi torna quello stagno
che le canne e il muschio hanno sommerso
ed i miei che non sanno di avere
un figlio che compone versi.

Ma mi vogliono bene come ai campi
alla pelle, ed alla pioggia di stagione.
Raro sarà che chi mi offende scampi
dalle punte del forcone.

Poveri genitori contadini
certo siete invecchiati e ancor temete
il signore del cielo e gli acquitrini,
genitori che mai non capirete
che oggi il vostro figliolo è diventato
il primo tra i poeti del paese,
ed ora in scarpe verniciate
e col cilindro in testa egli cammina.

Ma sopravvive in lui la frenesia
di un vecchio mariuolo di campagna,
e ad ogni insegna di macelleria
alla vacca s’inchina, sua compagna.

E quando incontra un vetturino
gli torna in mente il suo concio natale.
E vorrebbe la coda del ronzino
regger come strascico nuziale.

Voglio bene alla Patria,
benché afflitta di tronchi rugginosi;
m’è caro il grugno sporco dei suini
e i rospi all’ombra sospirosi.

Son malato d’infanzia e di ricordi
e di freschi crepuscoli d’aprile,
sembra quasi che l’acero si curvi
per riscaldarsi e poi dormire.

Dal nido di quell’albero le uova
per rubare salivo fino in cima,
ma sarà la sua chioma sempre nuova
e dura la sua scorza come prima;
e tu mio caro amico vecchio cane
fioco e cieco ti ha reso la vecchiaia,
e giri a coda bassa nel cortile,
ignaro delle porte dei granai.

Mi son cari i miei furti di monello
quando rubavo in casa un po’ di pane,
e si mangiava come due fratelli,
una briciola l’uomo ed una il cane.

Io non sono cambiato,
il cuore ed i pensieri son gli stessi
sul tappeto magnifico dei versi
voglio dirvi qualcosa che vi tocchi.

Buona notte! La falce della luna,
sì cheta mentre l’aria si fa bruna
Dalla finestra mia voglio gridare
contro il disco della luna.

La notte è così tersa,
qui forse anche morire non fa male.
Che importa se il mio spirito è perverso
e dal mio dorso penzola un fanale.

O Pegaso decrepito e bonario
il tuo galoppo è ora senza scopo.
Giunsi come un maestro solitario
e non canto e non celebro che i topi.
Dalla mia testa come uva matura
gocciola il folle vino delle chiome…
Voglio essere una gialla velatura
gonfia verso un paese senza nome.

domenica 26 aprile 2009

Scrivete qui la frase più bella per voi delle canzoni di Branduardi...voce alla Poesia!!!

mercoledì 22 aprile 2009

Lode al menestrello d'Italia

Saltando tra paludi di sogni e parole di rose si intuisce nelle danze delle soavi note del caro e sempre verde Menestrello d'Italia che il canto che sa di popolare che sa di passato dove la poesia era tempo costante è l'unica arma all'oblio dei nostri giorni grazie Angelo!lode a te menestrello d'italia!